martedì 25 ottobre 2011

Elaborazione

leggendo il Blog "Fotocrazia" di Michele Smargiassi su Repubblica, ho sentito il dovere di riportare in forma scritta questo mio pensiero, anzi questa mia "Elaborazione" momentanea prima che sparisse tra l'oscurità di pensieri futuri o passati.

Caro Prof, in questi quattro giorni ho pensato alla parola "Elaborazione". Formulazione e definizione di un'idea, progetto, opera attraverso lo sviluppo e la trasformazione degli elementi che li caratterizzano. Come da definizione possiamo immaginarla come una fotografia dell'idea di società dentro la fotografia. Come possa essere cosi lontano ed opposto il "punctum" (non mi stancherò mai di utilizzare tale parola) che colpisce l'opinione della generazione facebook di fronte a due fotografie. La prima quella di una tremenda figura priva di potere, lanciata in un turbine di sangue,gioia e violenta liberazione che esprime laconicamente morte/fine/inizio di tutto. La seconda quella di un ragazzo come tanti, con una storia semplice, genuina, disteso lungo un rettilineo senza l'emblema della notorietà/salvezza il Casco, mentre le storie di tutti gli altri sfrecciano verso un diverso esito. In questi due attimi lo sguardo "vivo" del Rais che osserva da una dimensione ultraterrena noi osservatori sconcertati, e il sonno di questo ragazzo dall'aria tranquilla che stravolge i sogni di tanti altri ragazzi coetanei, forniscono l'inconsapevolmente gli strumenti iniziali per Elaborare fotograficamente il Lutto. Mi creda Prof, a volte mi chiedo se il web ci renda più opportunisti e drammaticamente meno sensibili di fronte ad immagini elaborate come queste, ma sono indispensabili immagini come queste per dare nuovo senso e valore alla parola umanità, resto stupefatto ed emozionato nel comprendere quanta ancora ne risieda latente nelle vecchie cosi come nelle nuove generazioni di fronte alla morte di un individuo a prescindere dalle azioni compiute.

Saluti Angelo.




Colgo l'occasione per dedicare un ulteriore sensazione in note di fronte alla vita  più o meno famosa, più o meno corretta di queste persone che hanno lasciato la loro testimonianza nei nostri pensieri.


sabato 22 ottobre 2011

Una colomba che non vola mai

L'amore elemento di liberazione. Triste e precaria condizione quella del rispetto per l'uomo verso l'uomo, vittima adesso come agli inizi del secolo, specie nel nostro profondo Sud.

Quali sono i tristi meccanismi dell' inquietudine?

Il male di vivere che ci sacrifica sull'altare delle illusioni, che toglie valore a quella persona il cui valore dovrebbe essere inattaccabile. Penso non esista ricchezza che ripaghi di questa mancanza.

Magari il significato della parola "sacrificio" è stato con gli anni sempre più distorto e di conseguenza trasformato come condizione errata della natura dell' uomo.

Un uomo che si sacrifica è uomo solo, povero, che non godrà mai delle gioie prodotte dalla vita, non sarà mai ricco, vivrà di stenti. E' questa la concezione di sacrificio che viene percepita
quando si prende senza riflessione, partecipazione coerenza l' impegno di condividere e plasmare la propria vita in funzione di un' altra vita. E  quando si viene meno a questo sacrificio muore una parte di te, quella parte che ti rende vivo di fronte allo specchio, di fronte alla persona che sta al tuo fianco e alla società, muore quella parte di te che non riesce più a rinnovarsi, che non riesce a dare il vero significato alla parola sacrificio, un significato sconosciuto che abbraccia quelli simili di amore e liberazione.

E allora per De Andrè questa liberazione senza dovuto sacrificio e partecipazione è una nuova condanna a restare di fronte alla finestra in attesa di spiccare nuovamente il volo verso l'amore deluso.


Eruzione Etna 27 luglio 2019

Nuova Eruzione dell' Etna il 27 Luglio del 2019 Qui il Reportage dell' Evento